Il 26 giugno 2025, l’Ex Convento Santa Chiara di Brindisi si è trasformato in molto più di un semplice spazio fisico: è diventato un luogo vivo, dinamico e carico di energia. Un vero respiro collettivo, lento e consapevole, dove l’arte, la cultura e la natura hanno incontrato le relazioni umane per immaginare nuovi futuri possibili.
Un tempo sospeso per immaginare insieme
Non capita spesso di trovarsi in uno spazio dove il tempo rallenta, le differenze si intrecciano in armonia e le emozioni prendono forma. A Brindisi, questo è successo.
Nel cuore del centro storico, tra le antiche mura dell’Ex Convento, si sono dati appuntamento giovani, adulti, professionisti, artisti ed educatori. Ma soprattutto, si sono incontrate persone con un bisogno comune: tornare a immaginare insieme, riscoprendo la forza della relazione.
Il racconto dell’esperienza – tra Teatro e maschere – ha dato voce alle emozioni dei ragazzi del territorio. Ai tavoli tematici, idee e visioni si sono fatte impegno concreto. Le parole si sono trasformate in alleanze, progetti, sguardi condivisi.
La relazione come bussola
Se l’arte, la natura e la cultura sono stati gli strumenti, la relazione è stata la vera direzione. Quella che nasce solo quando ci si ferma davvero ad ascoltare. Quando si smette di parlare “sopra” gli altri e si inizia a costruire con gli altri. In un’epoca di relazioni digitali e comunicazioni lampo, questo workshop ha ricordato una verità fondamentale: l’incontro reale è ancora il cuore dell’educazione e del cambiamento.
L’intervento del Prof. Demetrio Ria: “Non si tratta di cosa si fa. Ma di chi scegliamo di diventare.”
È con parole semplici ma dense di senso che il Prof. Demetrio Ria ha preso la parola nel momento conclusivo del workshop, accompagnando i presenti in una riflessione che ha superato i confini dell’accademia per toccare il cuore stesso del vivere insieme. «I laboratori», ha detto, «non sono soltanto attività: sono spazi vitali, luoghi in cui una comunità prende forma, si riconosce, si sperimenta». Uno spazio, dunque, non solo fisico, ma umano e simbolico, in cui la relazione si fa possibile. Perché, ha ricordato con forza, «non può esistere relazione senza uno spazio comune di esistenza». Nel suo intervento, il Professore ha riportato l’attenzione su una verità spesso dimenticata: la povertà educativa non si combatte in solitudine. È un terreno che richiede la presenza di tutti, «un impegno condiviso da affrontare insieme, come corpo sociale», ha sottolineato, restituendo alla parola “comunità” il suo significato più autentico.
Ha parlato di laboratori nomadi, di viaggi educativi che attraversano il territorio come semi in movimento, di un patrimonio culturale che non va solo conservato, ma rinnovato e condiviso con le nuove generazioni. Secondo il Prof. Ria, educare non significa solo trasmettere saperi, ma creare connessioni vive, generare appartenenza, custodire il passato per trasformarlo in futuro. Ogni luogo può diventare scuola se abitato con cura, se vissuto come occasione di incontro tra storie, desideri e memorie. Nel suo sguardo, il laboratorio è una soglia: non un recinto chiuso, ma uno spazio aperto, capace di farsi ponte tra il dentro e il fuori, tra il personale e il collettivo. Un luogo in cui l’educazione assume la forma del cammino, e la comunità quella di un organismo vivo, che cresce nutrendosi di scambio e reciprocità.
Un grazie condiviso: l’anima collettiva del progetto
Un evento così intenso non nasce mai da una sola mano. È frutto di una cura collettiva. Il progetto è ancora in cammino, e molti altri incontri ci attendono. Ma questo momento ha rappresentato una tappa importante, resa possibile grazie al contributo di tante persone e realtà.
Un grazie speciale va al Comune di Brindisi, all’Assessore alle Politiche del Lavoro, Abitative e Servizi Sociali Ercole Saponaro, alla RUP Gelsomina Macchitella e a Francesca Andriulo
Grazie ai partner: la Cooperativa Socioculturale con l’Avv. Alessandro Nocco e la dott.ssa Elena Galiano; l’Associazione Le Colonne con Richard Martinez, Davide Le Fauci e Sandra Francioso; la Cooperativa Thalassia con Tonia Barillà; il Liceo “E. Palumbo”: Scienze Umane, Economico, Sociale e Linguistico con Prof. Fabio Tafuri
Un pensiero va anche a tutti gli altri partner Liceo Artistico e Musicale “Simone-Durano” e IPSSS “Morvillo Falcone – Bassi” e tutti i comprensivi del territorio coinvolti nel progetto, Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Star Movie di Sergio Lipari, Accademia di Belle Arti-Lecce assenti giustificati in questa occasione, ma parte integrante del cammino condiviso.
Grazie al prof. Demetrio Ria, ordinario di Pedagogia presso Unipegaso, per aver condiviso una visione profonda e generativa.
Un ringraziamento ad Alessandro Laresca, Responsabile dell’Area Promozione del Volontariato presso il CSV Brindisi-Lecce, per il suo prezioso intervento.
A Giordano Contu, Responsabile P.R. di Pirene Srl e organizzatore del workshop, va la nostra gratitudine per il supporto concreto.
Grazie a Rosanna Picoco e Anna Acquaviva di Sherpa per l’impegno e la presenza.
Un ringraziamento ai docenti degli Istituti Comprensivi che ci hanno ospitato in questa occasione:
• Sant’Elia-Commenda, con la maestra Irene Caragli
• Commenda, con la maestra Mariletizia Giannoccaro
• Cappuccini, con la maestra Elisabetta De Iudicibus
Un grazie speciale ad Alessandra Cuppone, coordinatrice del progetto, per averne tracciato con cura l’inizio e accompagnato ogni passaggio con attenzione,
e a Gilda Pagnozzi, che ne ha saputo raccontare con delicatezza il senso, restituendo voce, profondità e prospettiva.
Un’eredità viva: cosa resta di questa giornata?
Resta un seme, sì. Ma è già germoglio.
Un’idea di educazione come relazione viva, dove ogni incontro genera senso.
Spazi che non sono solo contenitori, ma occasioni. Occasioni per crescere, per sentire, per immaginare altro.
E la bellezza, non come ornamento, ma come orientamento. Come scelta politica e poetica insieme.
Resta la consapevolezza che “Tutto è possibile” non è uno slogan da ricordare, ma un invito a fare.
A camminare insieme, mettendo da parte l’io per ritrovare un noi capace di abitare luoghi, legami ed emozioni con uno sguardo rinnovato, più umano, più presente, più vero.



























